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Ultimo di quattro fratelli, senza alcuna progettualità da parte dei genitori, nasce a Sedico (BL) il 14 ottobre 1948 a un centinaio di metri da quel Cordevole che, dopo una galoppante discesa dalla valle Agordina, si getta tumultuoso nella Piave, asse portante e cuore pulsante, nei secoli scorsi, della vita delle genti bellunesi.
In quel territorio, agli albori del Millennio, i suoi antenati di Buda, sul Danubio, erano giunti sospinti da carestie e da guerre (I Budàti, poi Buzzatti): sfruttando la forza dell'acqua imbrigliata in giganteschi ingranaggi, costruirono mulini e fucine dove tempravano e tornivano il ferro. Dalle spade, prima; delle ruote dei carri, degli aratri, delle seghe, più tardi, fino al primo '900 quando cessò la fluitazione del legname e delle persone su zattere, verso Venezia, la Dominante. Non a caso, dunque, l'esercizio della scherma e l'allevamento dei cavalli nonché lo studio della musica e del teatro, attività care alla tradizione magiara, sono al centro di gran parte della sua formazione, in perenne altalenare tra terra e cielo, tra realtà e utopia, tradizione e sperimentazione, il racconto e la poesia. A Firenze affina gli studi classici; più tardi in lunghi anni di bracciantato e attività politica nella Toscana più profonda, intuisce i legami inscindibili tra natura e linguaggio, tuffandosi anima e corpo nei superstiti giacimenti culturali delle più antiche stirpi italiote. Tornando nella "piccola patria veneta" dopo una lunghissima ed esaltante serie di fallimenti politici e sentimentali indossa con entusiasmo la Maschera di Capitan Finimondo decidendo così, finalmente, di fare i conti con la Realtà, cosa che continua a fare tuttora, sotto mentite spoglie, specie nelle notti senza luna quando, uniche a brillare, sono le parole dei poeti che contendono alle stelle la supervisione del mondo.
Il resto sono quisquilie.